domenica 29 maggio 2016

Volevo fare l'architetto

Percorsi. Scelte. Cambiamenti. Stati d'animo.
Ciò che scandisce insesorabilmente il ritmo della vita.

Ho sempre pensato che la mia vita dovesse seguire un percorso prestabilito. Un preconcetto dato dall'educazione, dalle aspettative altrui, da "ciò che è bene fare". Mi sono resa conto troppo tardi che non esistono strade dritte, sempre in piano, luminose e senza dossi. Non esistono strade che non siano state costruite con il sudore di qualcuno che le ha volute.
E la mia strada è mia. Ci cammino io accorgendomi delle crepe, dei sassolini di troppo e di quelle curve tenacemente ostiche.

Mi diverto a giocare con le possibilità. Le scelte che hanno determinato le biforcazioni impossibili e gli arzigogoli assurdi lungo la via sono le stesse che hanno permesso alla mia mente di crescere ed al mio carattere di limarsi.
Ho avuto bisogno di tempo e di determinazione. Ho chiesto aiuto e spesso mi sono ritrovata sola: additata perché "no, quella scelta è sbagliata". Ho vissuto gioie e grandi soddisfazioni e con l'andare del tempo ho anche imparato a godermi il paesaggio durante il viaggio.

Ho sentito i cambiamenti sopraggiungere caldi e delicati. Non sarebbe stato possibile accorgersene se non dopo anni. Avvengono in una notte? No, sicuramente! Si cresce piano e con pazienza; ad imparare si fa sempre in tempo ed ogni nuova scoperta aiuta a maturare sempre un po'.

Adesso mi domando chi sono oggi e con quale stato d'animo mi affaccio al domani. Mutevole d'umore, ma lineare e curioso nella sostanza. Un animo pieno d'ordine e di irrefrenabile voglia di apprendere, capire.

So che volevo fare l'architetto. Ce l'avevo nei geni e nel cuore.
Poi ho deviato il mio percorso all'ultimo.
Ho scelto una via ignota e più affascinante.
Ho cambiato prospettive e, crescendo, la mia personalità.
Con l'umore di oggi ed il senno di poi me ne pento un po', anche se in cuor mio poi penso "anche no".

domenica 22 maggio 2016

I sogni nelle mani

Non era brava nelle arti manuali, né riusciva ad esser leggiadra nei movimenti.
Viveva di pancia e istinto, pensava quasi mai e tutto quanto toccasse di delicato prima o poi andava rotto. Sbadata e ritardataria. Non curante e spesso pesante. Aveva sempre una ciocca di capelli tra le dita e gli occhi al cielo, come fosse l'unica a cogliere l'importanza di quel cielo.
Dormiva nel suo collo, le scricchiolavano i piedi quando camminava scalza, aveva la bocca a cuore e gli occhi sottili da orientale.
Era la mia migliore amica.
La persona con cui si intraprendono le più importanti lotte (interiori) e si vincono le più difficili battaglie, fugando ogni dubbio (esistenziale).
In un periodo in cui i gusti, le opinioni, le imprecazioni e i sogni venivano fuori sempre differenti, non si faceva in tempo ad entrare nel vivo dei nostri discorsi che subito arrivava l'ora di cena ed io dovevo tornare a casa mia.
Ore che sembravano minuti.
Interminabili momenti racchiusi in pochi attimi, che si concludevano spesso con un Oh no Ro, i compiti! e l'inevitabile risposta Ma va'... tanto domani non ci interrogano!.
Le solite ultime parole famose!

Avevamo 15 anni, i sogni nei palmi delle mani, il coraggio sotto le unghie e il futuro nelle tasche di dietro dei jeans. Uno sguardo nel cassetto dei desideri ed il cuore puntato in avanti, consapevoli che non ci sarebbe stato domani senza l'immancabile presenza dell'altra. Senza il supporto dell'altra.
Invece la vita va da sola e devia il suo percorso.
Oggi è il tuo compleanno e chissà dove sei. Chissà cosa fai e come stai.
Io che di te conoscevo tutto, oggi nel mio tutto tu non ci sei più.
Perché ora siamo grandi. E quando si è grandi e si sbaglia, spesso si fa fatica a chiedere scusa.

domenica 15 maggio 2016

Nel cammino...

Ritrovarsi a guardare un foglio bianco e inclinare il capo di lato, stringendo gli occhi a fessura, perché proprio in quel momento lo si sta rendendo tela. 
Accantonando la paura, poggiare le mani sulla tastiera e cominciare a scrivere come avendo un pennello intinto nel blu. Disegnare i primi tratti, quelli portanti. I più decisi e che descrivano perfettamente la direzione che vuol prendere questo disegno, questa strada.
Sciacquare le setole nell'acqua, facendo attenzione a non sbavare e non lasciare che il liquido trasparente macchi l'opera (ché per gli spunti originali c'è sempre tempo!).
Optare per un verde chiaro ad aggiungere contorni e foglioline di speranza: le linee dei vorrei, il profilo più marcato dei magari.
Giocare con le mani e farsi coraggiose.
Con le dita scelgo un giallo candido ed aggiungo luce e speranza. Un sole soggettivo, l'esplosione di ciò che ho dentro, sporcandomi un po' anche naso e guance!
Infine la mia spugnetta, quella delle prove, quella dei tentativi abbozzati, ma che dica di me e delle mie esperienze. L'immergo piena e rotonda nel rosso più vivido. Il colore di tutti i miei ciò-che-è-stato e degli avrei-voluto, sapendo che la donna che sono è frutto delle scelte intraprese, delle salite affrontate e delle ripide discese superate.
Il quadro alla fine è un astratto... non sembra avere capo, né coda. E' bruttino anche un po' e decisamente confusionario. Non è elegante, non è d'autore. Non vincerà mai un premio e nessuno mai vorrà averne uno simile.
Ma è mio (sono io).
Ed in fondo, se guardo bene un suo senso ce l'ha e descrive un bel percorso.
Basterebbe capovolgerlo... o magari allontanarsene.
E' un quadro complicato e a ben vedere, indefinito. Sta male dappertutto, non riesco a collocarlo.
Mi toccherà tenerlo qui sul cavalletto del Tempo e continuare a modificarne i contorni a mano a mano.
Chissà che un domani non divenga proprio ciò che avrei voluto fosse.

domenica 8 maggio 2016

Il mese dei ciliegi

Vi ho mai raccontato di quanto sia evocativo nella mia vita il mese di maggio?
Mia madre dice che in maggio fioriscano i ciliegi e che sia il mese giusto per fare ogni cosa, o almeno per fare tutte le "cose" che lei reputa importanti.
Tipo, che so, sposarsi, partire, trovare un lavoro (!), innamorarsi, fare figli (!!!).
I fondamentali pilastri della vita di una donna secondo mia madre:
1) trovare un uomo (che possibilmente ti ami)
2) adoperare il soggetto del punto 1) per sposarsi
3) adoperare i punti 1) e 2) al solo e unico fine superiore: procreare.
(Tanti auguri mamma, oggi è  la tua festa!)

Io, alla veneranda età di 31 anni, mi sono fermata al punto numero uno (per la gioia della mia genitrice)! E da tanto, anche! Insomma sono quasi 8 anni che convivo. Mica bau bau micio micio.
Insomma so di essere una donna estremamente fortunata sotto questo punto di vista. C'è qui un tizio che mi sopporta da più di un lustro e mezzo: se non è fortuna questa, allora proprio non saprei.
Conosco i miei limiti e difetti, conosco le mie fisime e il mio caratteraccio e nonostante tutto lui è ancora qui. Lui che ha avuto la costanza e la pazienza - sol nei miei riguardi - di mettersi da parte più di quel che avrebbe mai saputo fare e che oggi mi guarda con più amore di quanto ne meriterei, probabilmente.
Dicevo di maggio.
Beh, è in maggio che ho deciso di cominciare questa "avventura di vita" assieme a lui e questo post vuole un po' celebrarla. Tra due giorni compiremo 8 anni di vita assieme. Una vita piena di cose belle e brutte, fatta di crescita e sospiri, deviazioni e cambiamenti, evoluzioni e risate.
Ecco.
Grazie amore mio per le risate, perché senza quelle... proprio non ce l'avrei fatta!

domenica 1 maggio 2016

Il mio tempo

Ed eccoci qui.
Tiriamo le somme... o meglio, proviamo a fare il punto della situazione.
E' qualche mese che non scrivo in queste pagine, che un po' si sono impolverate, un po' ingiallite.
E' qualche settimana che provo a dare una spiegazione concreta a questa sorta di abbandono, senza risultato alcuno. Sono giorni che tento, inciampo, cado e mi rialzo, ma proprio non riesco a dare un nome a questa sensazione che prepotente mi ha annichilito.
Parto quindi dalle cose semplici, un passo alla volta... e chissà che questo non aiuti a capirsi.
Io ho bisogno di scrivere e questo bisogno è viscerale e umano, mi appartiene da sempre e senza proprio non riesco a stare. Questo mio bisogno cercava un modo particolare di esprimersi, che ad un certo punto del cammino non è più bastato. Ringrazio la mia Miu e la mia Mia per avermi accompagnata fin qui e ringrazio tutti voi per avere continuato imperterriti a leggere le loro storie.
E' arrivato però il tempo del cambiamento. E' arrivato il tempo di prender coraggio e buttarsi. E' arrivato il tempo di crescere. Il mio tempo.
Sì, perché nel mio tempo libero io continuo a fare il gatto, ma questa volta senza interpreti, senza maschere e senza personaggi.
Partirò un po' in sordina, perché non so ancora quale direzione dare a questo spazio. Voglio però raccontare di me, voglio scrivere storie, penseri e riflessioni. Lo farò nell'unico modo che conosco: sincero e coerente (e felino e felpato).
Forse zoppicherò all'inizio perché non sono brava a mostrarmi, ma mi farò forte del fatto che questo luogo sarà di condivisione e quindi spunto per idee e scambi. Alimentato dalla voglia di scegliersi (?) e mostrarsi l'un l'altro (?). Non lo so, posso solo sperarlo!
Aria nuova quindi, per questo primo maggio. Colori, grafica e pulizia. C'è il mio nome adesso a firmare ogni post e la voglia di ricominciare!
Come inizio può bastare?