lunedì 12 settembre 2016

Quel senso di...

Ce le hai presenti le torri?
No, non mi riferisco ai "serpentoni". Quelli che a velocità supersonica ti annichiliscono lasciandoti appeso a una seggiolina, gambe all'aria.
Nemmeno mi riferisco all'enorme frullatore bianco che d'improvviso ti fa roteare, mentre la forza centrifuga impedisce di tenere la testa diritta che è irrimediabilmente schiacciata sullo scomodissimo poggiatesta.
Non parlo della serenità della ruota lenta, che vertiginosamente ti porta su e poi scende con altrettanta flemma, lasciandoti godere il panorama.

È proprio quella sensazione di fitta nello stomaco, di cui parlo. Quel magone da mancanza di gravità, quello strattone che senti all'ombelico che ti tira via come fossi attaccato ad un elastico. Eppure è dolciastro ed euforicamente piacevole. È la salita della torre, l'ascesa verso l'arietta più fresca e densa, che una volta su ti lascia godere incontaminato il panorama sottostante, tenendoti in fremente attesa.
Il fatto è che, fondamentalmente, tu non sai quand'è che quella seggiolina attaccata alla torre precipiterà giù, quindi resti lì, crogiolandoti nella meraviglia della tua prima volta, assaporando i dettagli e aprendo le orecchie per scorgere panico o spavalderia dalle poltroncine circostanti. E ti senti un mito. Perché stai bene e non urli, non hai paura, perché in fondo credevo peggio!

Pensi ai tuoi amici laggiù e alle lagne di chi non ha avuto il fegato di salirci, così che un senso di potenza ti assale e hai la profonda consapevolezza che tu e solo tu hai coraggio da vendere. L'ugola è intatta (che stupide quelle gracchianti ragazzine che continuano a sgolarsi nonostante la calma), le mani sono asciutte al di fuori di ogni previsione; certo, l'emozione avrebbe potuto lasciar spazio a quel tantino di sudore che ti avrebbe comunque reso umano. Ma niente. Tu sei lì imperterrito, gioendo razionalmente della tua grandezza.

È qui che arriva la mazzata cocente.
Mentre tu sei nel fitto dei tuoi pensieri, mentre hai finalmente inteso la vera gioia del tuo essere, quando infine sai che sei pronto a tutto e saresti addirittura capace di volare, precipiti immediatamente verso il basso ad una velocità ignota ma sicuramente altissima.

I capelli diventano blu e poi sfumano leggermente verso il bianco, la pelle diventa olivastra, dello stesso colore della bile che ora senti in gola. Stai per vomitare la colazione e la nausea ti ha reso molle e flaccido perché tu, quella discesa, proprio non te l'aspettavi. Sapevi che sarebbe arrivata, ci sei salito apposta! Il fatto è che non ci hai pensato prima, eri lì che pensavi di essere un Dio sul mondo ed ora al pari di un verme sei infinitesima caccola nelle mani di questa mefistofelica diavoleria!
Ecco.
È così anche un po' la vita, a volte.

lunedì 5 settembre 2016

...come volare... come tornare...

Partire è come volare.
Abbandonarsi irrimediabilmente sul tappeto del vento che, malandrino, ci spinge in alto provocando il vuoto nello stomaco. E un po' ci piace e un po' fa paura.
L'entusiasmo nasce da quel senso di libertà di cui la vita ha necessariamente bisogno per pompare emozioni; fa paura perché in fondo, per quanto sia alto lassù, il timore è quello che poi bisognerà scendere e tutto dovrà finire.
Fa bene al cuore, però. Insegna, cambia, fortifica e dà. Ogni pezzettino di vita in un luogo nuovo contribuisce a creare il patchwork della nostra esistenza. Colorato, diverso, originale, storto e indefinito, a tratti disordinato, ma ordinatamente gradevole al nostro cuore.
Questa è l'esperienza, maestra di salti e piroette, improbabile guida per l'umore, preziosa cicatrice a ricordo di un estatico momento di gioia.

Partire è come tornare.
Fremere al pensiero dei profumi più cari, ritrovati immediatamente a 3 metri da casa, dopo avere sviluppato un olfatto da segugio. Brivido che corre sulle braccia e rizza i peli leggeri della nuca, obbligandoci a chiudere gli occhi per godere appieno della sensazione ritrovata.
Casa è rifugio, è consapevolezza, è sicurezza.
Varcare la soglia delle esperienze-già-fatte, solo per ritrovarsi nella stanza più luminosa che ha appena accolto le esperienze-nuove aggiungendole alla preziosa collezione.
...ché tornare è certezza e forza insieme.

Fermare ogni istante non è possibile.
Dipingere quelli giusti di ironia dorata e i più incantati di uno stupore cristallino smeraldo, poi, è inimmaginabile. Tentare è la strada. Provare. Condividere. Infondere. Regalare.
Ed io ci provo...un respiro pieno, un raggio di sole e bentornata a casa.


domenica 31 luglio 2016

Pagine bianche


Ho sempre amato scrivere.
Forse, stupidamente, ho anche sempre immaginato di sapermela cavare. In fondo, cosa ci vuole? Scrivere non è come comporre musica o dipingere un quadro. Scrivere è un'azione così tanto naturale, che ancora mi domando per quale motivo io non sia riuscita a crearmi uno stile ben definito, lasciato scivolare la penna su decine e decine di fogli e non abbia messo su carta le mie storie.

La risposta è che semplicemente non lo so fare!
Scrivere è difficilissimo. Non è come guardarsi allo specchio e scoprire un nuovo particolare. Ma è guardarsi allo specchio e inventare un racconto nuovo che parta dal dettaglio appena colto nei propri occhi e che il giorno prima non si immaginava nemmeno di poter scoprire. Detto tra noi: è complicatissimo! Necessita di pratica e pazienza, di voglia e passione, ma anche di scuola e talento.

Tutte queste favolose qualità io non ce le ho. Certo, ci provo e sembro riuscire appena a muovermi a bracciate, in questo mare infinito ch'è la scrittura. Eppure la volontà di apprendere è tanta, così come la voglia costante di capire, cimentarmi, scoprire, imparare.

E anche se i fogli restano comunque inesorabilmente bianchi, mi crogiolo in pensieri di successo, immaginando di conquistare accoglimento e supporto incondizionati!

Oddio, ho bisogno di una vacanza!
Anche voi scommetto.
Vi auguro di trascorrere la più bella... noi ci leggiamo (e scriviamo) a settembre! ;)

domenica 17 luglio 2016

E poi finalmente tu

 
Perdersi nel celeste più luminoso. Ammirare i contorni definiti dei tuoi occhi e leggerne affetto. Avvicino il dorso della mia mano a quel musetto cioccolato e lo sento accarezzato dalla morbidezza dei tuoi baffi. Un gesto d'amore e appartenenza: sì, io sono tua!
E così oggi, anche domani e per sempre.
E tu sei Mia: la mia piccola bionda cucciolotta creme caramel. Dall'animo morbido di caramello e il carattere pacioso di un cuscino di piume. Testarda quasi sempre, arrendevole come nessuna.
In quegli occhi c'è un mondo infinito... ed io non mi stancherei mai di scrutarli per catturarne le delizie e le scintille di pura curiosità.
Un miagolìo impercettibile e torno alla realtà.
Buon compleanno a te che da due giorni sei una gatta, se possibile, ancor più bella!
Auguri anche a noi per questi tuoi 3 "ciccici" anni!

domenica 10 luglio 2016

Mi piacerebbe sapere

Ho sempre amato le liste. Ne faccio per qualunque cosa.
Quando parto.
Quando torno.
A Natale.
Della spesa.
Quella del compleanno.
Insomma, la mia vita scandita attraverso un elenco dettagliato di ciò che vorrei/dovrei fare/avere. I fogli poi, vorrei fossero sempre colorati a festa, idem le penne che adopero!
Interessante è stato però leggere in questi giorni in giro nel web e sui blog di miei colleghi, quanto piaccia porsi delle domande e darsi delle risposte. Insomma condividere di sé attraverso un elenco spesso non troppo organizzato di domande. È un modo come un altro per farsi conoscere e per rivelare particolari che altrimenti non sarebbe così intuitivo cogliere.

La difficoltà sta nel mantenere alto l'interesse... io spesso mi ritrovo a non legger sempre tutto ed anche a saltare qualche passaggio. Ciò accade perché a volte le domande non sono così curiose, né interessanti o magari perché non rispecchiano semplicemente il gusto personale di chi le sta leggendo!

Ciò che io vorrei oggi, è porre a voi una sola domanda.
Se voi aveste a disposizione solo 10 parole per descrivervi, quali usereste?

Io se dovessi descrivermi il 10 parole, probabilmente direi:
Piccola donna paziente, incredibilmente sensibile ed empaticamente amante degli animali.

Ora però muoio di curiosità! Voi come vi descrivereste?

domenica 3 luglio 2016

Se il mio nome

Mi immagino ogni giorno come essere umano diverso. Mi spaccio per qualcuno che non sono, invento storie nuove e imparo da me stessa. A volte ballo con i nomi. Ce ne sono alcuni dolci e melodiosi, altri aspri ma fascinosi.

Ad esempio se mi chiamassi Ginevra, sarei una bimba di 5 anni, bionda con la frangetta e i capelli lisci. Avrei gli occhioni nocciola e non mi stancherei mai di correre. Sì, perché Ginevra è un nome che vola con il vento e accarezza l'erba, scivola su prati smeraldini di primavera e rincorre gli aquiloni. Sarei forte, caparbia e cuoriosa. Un piccolo animo in divenire che lotta fin da subito con i perché della vita.

Se il mio nome fosse Arianna, avrei 15 anni. Con i fiori tra i miei ricci rossi ballerei per le strade, portando lo zainetto in spalla e sottobraccio ad un'amica. La musica sarebbe una passione e uno stile di vita. Danzerei anche per calmare l'ansia. Cercherei conforto tra le note, perché le piccole crisi mi starebbero dannando l'esistenza. Sarei un'adolescente ricca. Ricca dentro, s'intenda! Piena di valori buoni, ma con una grande paura di vedere quanto veramente vale il mio carattere. Timida e forse impacciata, mi affaccerei alla vita con grande entusiasmo... ché un po' la danza aiuta a camminare.

Se io fossi Mela, amerei il mio nome alla follia. Avrei 21 anni e una forte passione per l'arte e la scienza. Guarderei l'uomo che ho accanto con i miei occhi neri e sinceri e saprei di volere passare l'intera esistenza assieme a lui. Lui che capisce bene com'è fatta la mia mente. Lui sa che sono razionale, con sani principi pratici, ma sinuosamente artistici. Di nascosto comprerei quadri di giovani pittori di strada e ne farei il mio tesoro prezioso, consapevole che un talento simile non potrei mai acquisirlo.

Se mi chiamassi Lilia, avrei le labbra carnose e gli zigomi alti. A quasi 28 anni starei preparandomi al matrimonio con la gioia palpabile di chi sta realizzando un sogno. Avrei faticato a lungo per studiare e trovare un lavoro stabile. Commossa e grata al mondo, starei facendo un passo dopo l'altro verso la felicità tanto agognata. Fiduciosa, ottimista e pronta a scrivere di nuovi meravigliosi ricordi tra le pagine del libro della vita che sto scrivendo con le mie azioni.

Se il mio nome fosse Simona Monti, avrei gli occhi più blu del cielo, limpidi di giovinezza. I miei 33 anni non si vedrebbero poi tanto e tu stesso non sapresti darmene più di 20. Sarei determinata, coraggiosa e fiera. Avrei amato incondizionatamente il mio uomo e con lui avrei cercato un figlio. La gioia sotto pelle di una scoperta simile mi avrebbe reso la donna più felice del mondo. Porto in grembo il mio bambino e nulla può andare storto. La vita è meravigliosa. Perciò stasera esco. Sì, a cena con gli amici. Magari festeggiamo, non rientrerò tardi... tra qualche giorno torno a casa, in Italia.
Finalmente torno a casa.


Un nome. Una donna tra tanti. Una vita. Una lacrima per lei.

domenica 26 giugno 2016

Quant'è bella giovinezza, che pur fugge tuttavia...

Chi avrebbe mai detto che io (proprio io) un giorno l'avrei fatto! Nessuno ci avrebbe scommesso, né tantomeno avrebbe creduto che io (proprio io) avrei potuto.
Partire di buon mattino, scarpe comode e macchina fotografica in borsa. Direzione quella lì che porta dove c'è quella cosa e via verso l'infinito!
E poi:
Correre
Caldo
Sudore
Ritardo
Treno
Caldo
Sudore
Aria condizionata
Gelo
Sudore freddo
Arrivo
Corri
Lungomare
Bello
Ma corri
Mangia veloce
Raggiungi il luogo
Sole
Solleone
Caldo
Molto caldo
Niente crema
Solo sole
Niente ombra
Ferma lì
Aspetta
Aspetta
Aspetta
Sole
Caldo
Sudore
Ore
Ore
Ore
Finalmente
Cinque ore
Aspetti
Spettacolo
In piedi
Canta
Salta
Fotografa
Prima fila
Riprendi
Ricorda
Mal di piedi
Sole
Caldo
Folla
Gente
Calca
Spingi
Urla
Sgomita
Prima fila
Mal di schiena
Finito
Corri
Perdi il treno
Caldo
Rosso peperone
Brucia
La pelle brucia
Corri
Stazione
Treno
Aria condizionata
Sudore freddo
Arrivata
Arranchi
Casa
Non ci credo

Ecco. A 31 anni, quasi 32, non è proprio più il caso di passare la giornata fuori per un "mini concerto". Sento che la giovinezza mi sta abbandonando!

domenica 19 giugno 2016

Il fatto è che ci pensi...

...che poi quando accadono quei momenti in cui proprio non hai nulla da dire, risulta assolutamente impossibile cercare di creare un contenuto affidabile e ben strutturato. Non che io fatichi a trovare idee, certo, ma ho come la sensazione che quel tipico blocco accada un po' a tutti, una volta o l'altra.

Sei lì, seduto ad una sedia - che magari è pure scomoda - ti giri, rigiri, cambi posizione e passi al divano. Porti il taccuino con te o meglio ancora, su un bel cuscino morbido posato in grembo poggi il tuo portatile che emana calore solo a guardarlo. Vogliamo parlare della ventola? Quella che teoricamente ha una sola banalissima utilità, ma che praticamente fa da piccola stufetta da camera. Va bene che questo giugno non ci sta regalando temperature nella media stagionale, ma è anche vero che in casa gireranno almeno 23 o 24 gradi! Che diamine, la ventola no!
Ok, togliamo il cuscino e usiamo un libro come sostegno, così la ventola non fatica.

Ora però mi fa male la schiena... il divano è troppo morbido ed io ci sto sprofondando dentro. Appoggio la testa... e sì che la pennichella a quest'ora ci sta bene!
No, cavolo!
Devo scrivere un pezzo.
Uno pezzo brillante e d'effetto, che coinvolga tutti e che magari alla fine faccia pure ridere!
Sì, magari!

Se sapessi produrre pezzi brillanti e d'effetto, non starei su un divano qui a scrivere del niente... me ne starei probabilmente dietro una scrivania forgiata nel legno massello, lucida e profumata. Massiccia si direbbe, a vederla da lontano. Sarei seduta su una poltroncina comoda in stile rococò a produrre fogli su fogli di un romanzo inenarrabile pieno di personaggi carismatici e seducenti. Starei anzi scrivendone l'epilogo col sorriso sulle labbra, certa che nel giro di qualche settimana verrei pubblicata. Quand'ecco che il gaudio dei miei lettori si manifesterebbe sovrano.
Lettori che senza ombra di dubbio adorerebbero il fascino avvincente che sarei riuscita ad imprimere a quelle pagine. E una folla indiavolata si sentirebbe anche con le finestre chiuse... fan in delirio e migliaia... ma che dico migliaia, milioni di copie pubblicate da firmare per gli astanti. E interviste, feste, pubblicità e la soddisfazione di essere riuscita a strappare un posticino alla storia. Oh, sì! Ora ne farei parte anch'io e mi crogiolerei ogni giorno in questo pensiero sapendo che un segno l'ho lasciato.
Definito, marcato, chiaro ed eloquente...

... come il vomitino che mi ha appena donato la mia gatta!
Fammi alzare da 'sto divano... se no, altro che segno indelebile sul pavimento...

domenica 12 giugno 2016

L'importanza delle piccole cose

Un saluto inaspettato è una cosa piccola.
Chi regala un cioccolatino, fa una cosa piccola.
Chi domanda con un sorriso, chiede una cosa piccola.

Questo ha fatto Vanessa. Un gesto piccolo.
Una email e 5 domande per me.
Lei l'ha chiamata intervista! A me invece piace pensare che ci siamo conosciute un po' meglio!
Ve la copincollo di seguito... ma solo una parte, chi vuol leggerla deve correre da Vanessa!

1)Presentati al pubblico della blogosfera che ancora non ti conosce! 
 
Wow, caspita... è sempre così facile leggere questa domanda quando riguarda gli altri, che mai avrei immaginato sarebbe stato così complicato rispondere!
Posso chiedere l'aiuto del pubblico? Ah, no! Il pubblico in effetti non mi conosce, quindi insomma... mi tocca inventarmi qualcosa!

Parto dalle cose semplici.
Ciao a tutti, mi chiamo Roberta (tutti in coro "ciao Roberta") ed ho 31 anni.

2) Perché il tuo blog si chiama così?

Il blog "Nel tempo libero faccio il Gatto" nasce nel 2013 con l'arrivo di Miu e Mia. Le mie due gatte.
Ho sentito l'esigenza di condividere con "qualcuno" queste piccole gioie e così, in una calda giornata di fine agosto ho deciso di dedicare il mio tempo libero a loro. E in quale altro modo farlo se non ispirandomi direttamente alla loro felina natura?

3) Da dove nasce la tua passione per gli animali?

Oh, beh... a questa non so rispondere! Non credo che la mia pasione per gli animali sia mai nata!
Il fatto è che c'è sempre stata... quindi non ne ricordo l'inizio: so che è stato sempre così!
Prima di Miu e Mia sono stata la mamma di un batuffolo gatto completamente bianco di nome Paciocco...
 
4) Presenta i tuoi adorabili gatti

A questo punto comunque non posso esimermi dal presentare anche Paciocco, dato che l'ho nominato.
 
 
Poi c'è Miu, la mia batuffolotta di 3 anni e 3 mesi. E' di razza europea tutta nera con una macchiolina a forma di cuore bianca sul petto. La mia piccola panterina elegante. 
 

Mia invece ha 2 anni e 10 mesi. E' una piccola siamesina con gli occhi blu del cielo, che assieme ai suoi fratelli era stata abbandonata in un sacchetto della spazzatura quando aveva ancora il cordone ombelicale e la placenta attaccata addosso.
 

5) Parlaci della tua passione per la scrittura
Questa è una gran bella domanda.
Non credo esista una risposta univoca. Io so di doverlo fare.

domenica 5 giugno 2016

Caratteraccio

Non ho mai amato le persone che tirano le somme prima di aver calcolato tutti i fattori.
Né riesco a farmi piacere chi vive con superficialità e sufficienza.
Non mi piacciono i giudizi gratuiti, non riesco a legare con la superbia.
Mi infastidiscono gli animi frivoli e vuoti e riesco quasi a diventare intollerante alla stoltezza.

Ma ho pazienza e accetto. Oggi.

La quotidianità mi insegna che è giusto apprendere da qualunque cosa e da chiunque; che anche una lite furibonda arricchisce e che spesso le divergenze aiutano a guadagnare strade nuove.
Potrei portare mille esempi di quanto sia stato importante per me imparare dall'empatia, con l'empatia
e lasciandomi attraversare da essa. Colgo disagi, sofferenze, fastidi e malumori altrui. Li faccio miei e finalmente capisco cosa significa avere a che fare con me.
Io che sono una persona così semplice, pacifica e interessata, spesso relazionandomi agli altri divento un maraviglioso esemplare di mostro. Con annessi baffi, doppie paia di zampe, qualche bubbone e pelle squamosa. Sì, perché la qualità che mi contraddistingue in quei casi è l'isteria, con contorno di intrattabilità e una spruzzata di faccia tosta.

E per quanto pacifica io dica di essere, in alcuni momenti sarebbe meglio non trovarsi da queste parti.

Naturalmente la cavia preferita è il mio compagno di vita. Ho impiegato anni a capire quanto fosse distorta l'immagine che avevo di me. Quando finalmente ho colto l'importanza del suo punto di vista ho cominciato a limarmi e smussare gli spigoli. Con fatica. Immensa, immane, profonda fatica.

Ad un certo punto poi, ho anche capito "l'augurio" che una volta mi fece mia madre. Non avevo 10 anni e dopo aver smesso di urlare per l'ennesima divergenza d'opinioni tra noi mi disse: "ti auguro di avere una figlia come te".

...e io che credevo mi avesse detto una cosa bellissima...

domenica 29 maggio 2016

Volevo fare l'architetto

Percorsi. Scelte. Cambiamenti. Stati d'animo.
Ciò che scandisce insesorabilmente il ritmo della vita.

Ho sempre pensato che la mia vita dovesse seguire un percorso prestabilito. Un preconcetto dato dall'educazione, dalle aspettative altrui, da "ciò che è bene fare". Mi sono resa conto troppo tardi che non esistono strade dritte, sempre in piano, luminose e senza dossi. Non esistono strade che non siano state costruite con il sudore di qualcuno che le ha volute.
E la mia strada è mia. Ci cammino io accorgendomi delle crepe, dei sassolini di troppo e di quelle curve tenacemente ostiche.

Mi diverto a giocare con le possibilità. Le scelte che hanno determinato le biforcazioni impossibili e gli arzigogoli assurdi lungo la via sono le stesse che hanno permesso alla mia mente di crescere ed al mio carattere di limarsi.
Ho avuto bisogno di tempo e di determinazione. Ho chiesto aiuto e spesso mi sono ritrovata sola: additata perché "no, quella scelta è sbagliata". Ho vissuto gioie e grandi soddisfazioni e con l'andare del tempo ho anche imparato a godermi il paesaggio durante il viaggio.

Ho sentito i cambiamenti sopraggiungere caldi e delicati. Non sarebbe stato possibile accorgersene se non dopo anni. Avvengono in una notte? No, sicuramente! Si cresce piano e con pazienza; ad imparare si fa sempre in tempo ed ogni nuova scoperta aiuta a maturare sempre un po'.

Adesso mi domando chi sono oggi e con quale stato d'animo mi affaccio al domani. Mutevole d'umore, ma lineare e curioso nella sostanza. Un animo pieno d'ordine e di irrefrenabile voglia di apprendere, capire.

So che volevo fare l'architetto. Ce l'avevo nei geni e nel cuore.
Poi ho deviato il mio percorso all'ultimo.
Ho scelto una via ignota e più affascinante.
Ho cambiato prospettive e, crescendo, la mia personalità.
Con l'umore di oggi ed il senno di poi me ne pento un po', anche se in cuor mio poi penso "anche no".

domenica 22 maggio 2016

I sogni nelle mani

Non era brava nelle arti manuali, né riusciva ad esser leggiadra nei movimenti.
Viveva di pancia e istinto, pensava quasi mai e tutto quanto toccasse di delicato prima o poi andava rotto. Sbadata e ritardataria. Non curante e spesso pesante. Aveva sempre una ciocca di capelli tra le dita e gli occhi al cielo, come fosse l'unica a cogliere l'importanza di quel cielo.
Dormiva nel suo collo, le scricchiolavano i piedi quando camminava scalza, aveva la bocca a cuore e gli occhi sottili da orientale.
Era la mia migliore amica.
La persona con cui si intraprendono le più importanti lotte (interiori) e si vincono le più difficili battaglie, fugando ogni dubbio (esistenziale).
In un periodo in cui i gusti, le opinioni, le imprecazioni e i sogni venivano fuori sempre differenti, non si faceva in tempo ad entrare nel vivo dei nostri discorsi che subito arrivava l'ora di cena ed io dovevo tornare a casa mia.
Ore che sembravano minuti.
Interminabili momenti racchiusi in pochi attimi, che si concludevano spesso con un Oh no Ro, i compiti! e l'inevitabile risposta Ma va'... tanto domani non ci interrogano!.
Le solite ultime parole famose!

Avevamo 15 anni, i sogni nei palmi delle mani, il coraggio sotto le unghie e il futuro nelle tasche di dietro dei jeans. Uno sguardo nel cassetto dei desideri ed il cuore puntato in avanti, consapevoli che non ci sarebbe stato domani senza l'immancabile presenza dell'altra. Senza il supporto dell'altra.
Invece la vita va da sola e devia il suo percorso.
Oggi è il tuo compleanno e chissà dove sei. Chissà cosa fai e come stai.
Io che di te conoscevo tutto, oggi nel mio tutto tu non ci sei più.
Perché ora siamo grandi. E quando si è grandi e si sbaglia, spesso si fa fatica a chiedere scusa.

domenica 15 maggio 2016

Nel cammino...

Ritrovarsi a guardare un foglio bianco e inclinare il capo di lato, stringendo gli occhi a fessura, perché proprio in quel momento lo si sta rendendo tela. 
Accantonando la paura, poggiare le mani sulla tastiera e cominciare a scrivere come avendo un pennello intinto nel blu. Disegnare i primi tratti, quelli portanti. I più decisi e che descrivano perfettamente la direzione che vuol prendere questo disegno, questa strada.
Sciacquare le setole nell'acqua, facendo attenzione a non sbavare e non lasciare che il liquido trasparente macchi l'opera (ché per gli spunti originali c'è sempre tempo!).
Optare per un verde chiaro ad aggiungere contorni e foglioline di speranza: le linee dei vorrei, il profilo più marcato dei magari.
Giocare con le mani e farsi coraggiose.
Con le dita scelgo un giallo candido ed aggiungo luce e speranza. Un sole soggettivo, l'esplosione di ciò che ho dentro, sporcandomi un po' anche naso e guance!
Infine la mia spugnetta, quella delle prove, quella dei tentativi abbozzati, ma che dica di me e delle mie esperienze. L'immergo piena e rotonda nel rosso più vivido. Il colore di tutti i miei ciò-che-è-stato e degli avrei-voluto, sapendo che la donna che sono è frutto delle scelte intraprese, delle salite affrontate e delle ripide discese superate.
Il quadro alla fine è un astratto... non sembra avere capo, né coda. E' bruttino anche un po' e decisamente confusionario. Non è elegante, non è d'autore. Non vincerà mai un premio e nessuno mai vorrà averne uno simile.
Ma è mio (sono io).
Ed in fondo, se guardo bene un suo senso ce l'ha e descrive un bel percorso.
Basterebbe capovolgerlo... o magari allontanarsene.
E' un quadro complicato e a ben vedere, indefinito. Sta male dappertutto, non riesco a collocarlo.
Mi toccherà tenerlo qui sul cavalletto del Tempo e continuare a modificarne i contorni a mano a mano.
Chissà che un domani non divenga proprio ciò che avrei voluto fosse.

domenica 8 maggio 2016

Il mese dei ciliegi

Vi ho mai raccontato di quanto sia evocativo nella mia vita il mese di maggio?
Mia madre dice che in maggio fioriscano i ciliegi e che sia il mese giusto per fare ogni cosa, o almeno per fare tutte le "cose" che lei reputa importanti.
Tipo, che so, sposarsi, partire, trovare un lavoro (!), innamorarsi, fare figli (!!!).
I fondamentali pilastri della vita di una donna secondo mia madre:
1) trovare un uomo (che possibilmente ti ami)
2) adoperare il soggetto del punto 1) per sposarsi
3) adoperare i punti 1) e 2) al solo e unico fine superiore: procreare.
(Tanti auguri mamma, oggi è  la tua festa!)

Io, alla veneranda età di 31 anni, mi sono fermata al punto numero uno (per la gioia della mia genitrice)! E da tanto, anche! Insomma sono quasi 8 anni che convivo. Mica bau bau micio micio.
Insomma so di essere una donna estremamente fortunata sotto questo punto di vista. C'è qui un tizio che mi sopporta da più di un lustro e mezzo: se non è fortuna questa, allora proprio non saprei.
Conosco i miei limiti e difetti, conosco le mie fisime e il mio caratteraccio e nonostante tutto lui è ancora qui. Lui che ha avuto la costanza e la pazienza - sol nei miei riguardi - di mettersi da parte più di quel che avrebbe mai saputo fare e che oggi mi guarda con più amore di quanto ne meriterei, probabilmente.
Dicevo di maggio.
Beh, è in maggio che ho deciso di cominciare questa "avventura di vita" assieme a lui e questo post vuole un po' celebrarla. Tra due giorni compiremo 8 anni di vita assieme. Una vita piena di cose belle e brutte, fatta di crescita e sospiri, deviazioni e cambiamenti, evoluzioni e risate.
Ecco.
Grazie amore mio per le risate, perché senza quelle... proprio non ce l'avrei fatta!

domenica 1 maggio 2016

Il mio tempo

Ed eccoci qui.
Tiriamo le somme... o meglio, proviamo a fare il punto della situazione.
E' qualche mese che non scrivo in queste pagine, che un po' si sono impolverate, un po' ingiallite.
E' qualche settimana che provo a dare una spiegazione concreta a questa sorta di abbandono, senza risultato alcuno. Sono giorni che tento, inciampo, cado e mi rialzo, ma proprio non riesco a dare un nome a questa sensazione che prepotente mi ha annichilito.
Parto quindi dalle cose semplici, un passo alla volta... e chissà che questo non aiuti a capirsi.
Io ho bisogno di scrivere e questo bisogno è viscerale e umano, mi appartiene da sempre e senza proprio non riesco a stare. Questo mio bisogno cercava un modo particolare di esprimersi, che ad un certo punto del cammino non è più bastato. Ringrazio la mia Miu e la mia Mia per avermi accompagnata fin qui e ringrazio tutti voi per avere continuato imperterriti a leggere le loro storie.
E' arrivato però il tempo del cambiamento. E' arrivato il tempo di prender coraggio e buttarsi. E' arrivato il tempo di crescere. Il mio tempo.
Sì, perché nel mio tempo libero io continuo a fare il gatto, ma questa volta senza interpreti, senza maschere e senza personaggi.
Partirò un po' in sordina, perché non so ancora quale direzione dare a questo spazio. Voglio però raccontare di me, voglio scrivere storie, penseri e riflessioni. Lo farò nell'unico modo che conosco: sincero e coerente (e felino e felpato).
Forse zoppicherò all'inizio perché non sono brava a mostrarmi, ma mi farò forte del fatto che questo luogo sarà di condivisione e quindi spunto per idee e scambi. Alimentato dalla voglia di scegliersi (?) e mostrarsi l'un l'altro (?). Non lo so, posso solo sperarlo!
Aria nuova quindi, per questo primo maggio. Colori, grafica e pulizia. C'è il mio nome adesso a firmare ogni post e la voglia di ricominciare!
Come inizio può bastare?

giovedì 21 gennaio 2016

Analisi ultimo giorno - Sconvolgenti rivelazioni

...e quindi sono venuta qui per lasciarla.

Lasciarmi?

Sì. Non solo si è permesso di rendersi irreperibile il giorno di Natale, ma anche durante le feste, capodanno e Epifania che tutte se le porta via.

Ma lei deve capire che...

...nooooo io non devo capire niente. Io avevo bisogno al bisogno nel momento del bisogno. Lei deve capire che in quei momenti non si può perdere di vista ciò che è importante.

Importante?

Sì, importante!

E sarebbe?

Ma come? IO. Io sono importante, no?

Ehm... sì... ma mi creda, a volte un distacco è utile e necessario!

Necessario? IO avevo da raccontarle l'epilogo. IO ero finalmente riuscita a sbloccare le mie paure ed esternare tutto quanto non ero riuscita a dire... e lei se ne va sulla neve??? Ma le sembra professionale?

Ma ora è qui, no? Si senta pure libera di raccontare tutto quanto possa farla sentire meglio...

...eeeeeh e ti piacerebbe, eh? Ma io non te lo dico. Non ti dico cosa hanno fatto mammina e papino per farmi sentire così male! Anche perché quei due hanno fatto esattamente quel che ha fatto lei: SE NE SONO ANDATI!

Avevamo detto che avremmo cercato di superare quella fase... insomma si erano allontanati per qualche ora, non sarà mica stato per questo solamente che è venuta in analisi.

No, infatti! Quando vanno via per qualche ora va bene... ma loro erano usciti la mattina molto presto ed avevano avuto l'ardire di ripresentarsi a casa dopo dodici ore. No, dico: DODICI ORE!

E' questo il torto che le avevano fatto?

ECCERTO!

Sì, ma non urli!

LE PARE CHE IO STIA URLANDOOO??? E comunque io e mia sorella (il Ratto) siamo rimaste a digiuno per tutto questo tempo... e lo sa cosa vuol dire avere in casa un ratto affamato che comincia a prendere a testate i mobili porta crocche? EH? EH?

Questa reazione sembra eccessiva... le avranno spiegato che sarà accaduto qualcosa! Qualcosa di grave?

Grave? Lo sa con quale faccia tosta sono tornati a casa? Sa che cosa sono andati raccontando?

Cosa?

Che mentre tornavano a casa, mentre erano in autostrada è scoppiata una ruota dell'auto... tzé... e che stavano per sbandare... mah... e che hanno dovuto aspettare i soccorsi, ma che erano vivi per fortuna!

...

E questa le sembra una cosa grave?

...eh... beh...

IO E IL RATTO SENZA PAPPA SIAMO UNA COSA GRAVE!